venerdì 6 febbraio 2009

Il tordo che tarda

Se una persona decide di aprire ad Arezzo un ristorante che faccia della cacciagione la sua punta di diamante, dovrebbe almeno sapere che circa la metà degli aretini è nata con un fucile in mano. Ma oggi forse non è più così, ed è per questo che Zia Monica in Via Isonzo deve aver deciso di provare.
Ci siamo stati di martedì, sempre per i soliti motivi, ma in questo caso abbiamo fatto un errore marchiano. Infatti il ristorante chiude il mercoledì, e a dispetto di una interessante offerta di piatti di caccia anche abbastanza rari (vedi il sugo di germano o lo spiedo di tordi) la gentile titolare ci dice che avrebbe rifatto i piatti mancanti il giovedì seguente. Questa affermazione mi fece sfuggire un lamento: "Allora quello che ci dà stasera è di giovedì scorso!"
Comunque dopo una dotta dissertazione sui funghi porcini che la stessa usava nel suo locale, la descrizione delle carni che si faceva venire direttamente dall'Austria (???), la qualità della Sacher Torte che lei stessa preparava, abbiamo ordinato: un assaggio di crostini misti, un antipasto misto (lo perderà il vizio prima o poi), un fungo porcino fritto e due piatti di spezzatino di daino, uno in salmì e l'altro ai porcini con tartufo.
Ci siamo visti arrivare tre crostini su pane alto come un palazzo, uno di fagioli diacci dalla scatola (o quasi), uno con un strano polpettone di patate e crema di tartufo un tanto al barattolo, i famosi porcini (anch'essi sbarattolati, scolati dell'acqua e trifolati poco poco) e i funghi fritti surgelati.
L'antipasto è rimasto triste sul piatto della Sbaffina che scansando una sorta di pancetta affumicata Coop Style (austriaca anche quella?) ha mangiato un po' di prosciutto.
Quando ho assaggiato il secondo volevo venire via!!! Due identici piatti di daino, salati arrabbiati, sopra uno dei quali il giovane e sprovveduto cuoco aveva lanciato una crema di tartufo dove alcuni pezzi di porcino navigavano in tranquillità. Non ci credete? Andate e provate voi stessi...
Il finale di questa serata aveva bisogno di un dolce ma, indovinate?, la tanto decantata Sacher Torte non c'era (la faccio giovedì). Mentre andavamo alla cassa (quella c'è anche il martedì) esce il giovane cuoco al quale raccomando un uso sensato del sale che potrebbe uccidere, vista la quantità usata, gli ipertesi come me. Nego l'offerta di un digestivo non avendo mangiato quasi nulla e pago 70 euro...
A proposito, sapete come fa il microonde ad avvisare che la pietanza è pronta? "Diin".
Noi eravamo vicino alla cucina: dovevate sentire! Una sinfonia... Pareva il concerto del 1 gennaio.
Quello sì che lo fanno a Vienna.

Poldo

2 commenti:

  1. Fantastico. Essendo cacciatore me ne avevano parlato, e a dir la verità m'ero ripromesso di andarci. Ma letto il resoconto della vostra esperienza, se ci andrò sarà solo per curiosità verso tutto ciò che è anche vagamente venatorio. Grazie.
    Mario S.
    P.S.
    Ma insomma, allora dov'è che si può mangiar bene ad Arezzo, dato che anche le mie esperienze nel capoluogo non sono magnifiche..Attendo lumi

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  2. ho avuto pure io una bella esperienza da Zia Monica (giusto per dovere di nota, adesso ha chiuso e sta cercando di vendere...).
    Premesso che come si pretende di andare a mangiare cacciagione da una Austriaca?? Abbiamo gli animali più gustosi d'italia, e lei compra la carne in Austria?

    Apparte questo, sono stata da Zia Monica poco dopo l'apertura. Vi posso assicurare che non avevo (quasi) mai mangiato tanto bene. Ho ricordi di un crostino con le pulezze, tagliatelle fatte in casa con sugo di nana e un fagiano aromatizzato dalla consistenza perfetta (a mia nonna veniva stoppaccioso e durino...). Il conto non lo ricordo, ma ricordo che ero contenta del rapporto qualità/prezzo.
    Torno lì mesi dopo, tutta emozionata. E l'emozione svanisce velocemente....o, sciocco, o salato (anche qui il dado regna), carne lessa, riso scotto, etcetc...
    Forse da Zia Monica potremmo ordinare il gulash, non le tagliatelle al cinghiale.
    Ultimo,ma non ultimo, ci propone un dolce a dir poco imbarazzante: le tette di Zia Monica. Una specie di tortino dalla forma vagamente a coppa di reggineso, e mentre ce le propone fa ballare il suo enorme seno tutta divertita.
    Senza parole.

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