giovedì 5 febbraio 2009

Chi cerca trova!


Avete mai provato a cercare un ristorante dove cenare il 7 di gennaio ad Arezzo? No? Meglio così, tanto non l'avreste trovato! Tranne qualche rarissima eccezione, tutti rigorosamente chiusi... Si vede che con le feste hanno scassettato che basta, come si dice dalle nostre parti!
Ah, scusate, mi presento: sono la signora Sbaffini. Stavolta Poldo lasciamolo a casa in poltrona: anzi, a dire il vero è stato lui a non voler venire dicendo "Ma dove andate co' 'sto tempo, tanto poi saran tutti chiusi!"... Oh, detto e fatto, aveva proprio ragione!
Insomma, ormai s'era deciso di andare, mio nipote insisteva e quindi siamo usciti e ci siamo messi a girare per il centro... Dopo quaranta minuti ancora niente, e chi è di Arezzo sa benissimo che in mezz'ora la si gira tutta in lungo e in largo (dieci minuti in più concedetemeli, vista l'età non più giovanissima!).
Sinceramente demotivati, decidiamo di tornare verso casa, quando ci imbattiamo in un locale aperto, ma che faceva di tutto per sembrare chiuso... che vi devo dire, forse anche il proprietario stesso, data la scarsità di avventori, aveva pensato "Ma chi me l'ha fatto fare di aprire stasera?", e per risparmiare aveva spento un po' di luci. Comunque aperto lo era sul serio e decisamente sollevati entriamo a I Tre Bicchieri. Una salettina minuscola arredata con raffinato minimalismo, ottima scelta dei colori e persona che ci accoglie piuttosto elegante: è un buon inizio, no?... Sì, peccato che di buono alla fine rimangano solo le impressioni iniziali!
Dopo un'attesa decisamente esagerata, dovuta forse al troppo lavoro che gli unici altri otto clienti, peraltro ormai giunti alla torta di compleanno, davano all'unico operatore presente in sala, finalmente ordiniamo... nell'ordine: una tagliatella con porri e zucca gialla, uno gnocchetto al sugo di cinghiale e una tagliata.
Di lì a poco ci arrivano... nell'ordine: un piatto di pasta con due tipi diversi di tagliatelle mischiate insieme forse per nascondere il fatto di averle in parte riciclate da qualcun altro, ma indubbiamente uno crudo e l'altro scotto; un piatto di topini dal vago retrogusto di muffa probabilmente fatti con patate del secolo scorso e che Cetica neanche l'avevano vista passandoci col camion, conditi con un sugo che sapeva di tutto fuorché di cinghiale; un piatto con tre-e-dico-tre striscioline a testa di tagliata affogate nell'olio nemmeno troppo caldo nel quale pareva nuotassero chiedendo di essere salvate al più presto da quell'agonia, con l'aggiunta di due o tre chicchi di pepe verde... Ditemi voi se non sarebbe stato meglio che avessimo trovato chiuso pure questo!
Comunque, dopo non aver mangiato quasi niente e bevuto uno splendido vino umbro, siccome ormai ci piace tentare la fortuna, ordiniamo anche il dolce e finalmente ci arriva un piatto che, oltre presentarsi bene, era anche buono! Finalmente tiriamo un sospiro di sollievo e non ci arrischiamo a chiedere il caffè, chissà mai cosa potrebbero portarci!
Il conto? 110 euro!
...Mica male, un vero affare direi!
Alla prossime,

Sbaffina

1 commento:

  1. Grandi Signori Sbaffini! Ho letto tutte le recensioni e rispecchiano esattamente la mia opinione in fatto di ristorazione. Il fatto è che con il boom della toscanità, chiunque si è improvvisato ristoratore con gli esiti che conosciamo. A me mi piace fare la scarpetta, succhiammi "i diti" e ho sempre una nana pronta da fare in porchetta. Vi inviterei a cena unn'avessi un pò paura ;-)

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