
"Si va a mangiare in quel ristorante davanti alla fontana in piazza?"
"Quale, La Curia?"
"Sì, quello!"
"Andiamo, ma..."
Più o meno fu questa la conversazione tra la Sbaffina e me, qualche tempo fa. Avrete capito che con quel "ma" volevo forse dire qualcosa ma... se un si va un si vede (sempre il Lupo!).
Tempo brutto, ma si sta lì di casa per cui che ci vuole?
Entriamo... caspita, penso, che cura. Non c'era nessuno, ma di questi periodi capita spesso, forse era presto. Ci sediamo, dopo aver scelto il tavolo, e comincia il rito. Sì perchè leggere un menù è come entrare in casa d'altri quando ti facevan vedere le stanze (ai miei tempi usava così).
Piatti con nomi altisonanti che se li scrivo mi ci vuole un giorno. Uno per tutti: Cosciotto di faraona in foglia di vite con salsa di uva passa. Però fa effetto! Sarebbe stato meglio se la foglia di vite non fosse stata di carta! Già, perché non doveva aggiungere sapore ma solo fare scena. Avete mai mangiato con un fazzolettino nel piatto? Più o meno. A onor del vero questa non si inzuppava, però l'idea...
I due primi: uno sciocco, uno salato (due cuochi?). I due secondi: uno duro (il mio, scaldato al microonde), l'altro con poca personalità. Il vino un pò passato (troppo tempo dalla vendemmia è trascorso!).
Il conto: 96€, onestamente un po' troppo per quello che si è mangiato. Ma la perla è quello che il personale di sala ha detto a un tavolo accanto al nostro (alla fine si sono aggiunti altri quattro commensali): "Abbiamo deciso di cambiare il menù ma, non avendo fatto in tempo, per oggi serviamo ancora quello vecchio". Sapete cosa significa? O giù che per oggi vi diamo gli avanzi...
Capite con chi si ha a che fare in questa città? ...Alòooooo...
Alle prossime,
Poldo