sabato 24 ottobre 2009

Ma chi...?


La lunga pausa trascorsa dall'ultima nota vi aveva forse fatto pensare al peggio... L'età ce l'ho! E magari qualche ristoratore avrà tirato un sospiro di sollievo... Invece no. Sempre più acciaccato, continuo nelle mie escursioni gastronomiche cercando sempre il miracolo che ancora non ho trovato: il Ristorante o la Trattoria dove finalmente poter sedere senza la paura di attentati allo stomaco o al portafoglio. Allora ricominciamo!
Conoscete Piazza S. Gemignano? Credo di sì. Nei locali dove una volta esisteva un ristorante macrobiotico (rinuncio a raccontarvi la sera in cui, tanti anni fa, ci andai a mangiare... tanto oramai è chiuso) una giovane e carina coppia di giovani - non conosco i vincoli che li legano, ma io sono all'antica e mi piace pensare che stiano insieme - ha aperto un ristorantino piccolo che si chiama MaKi.
Il nome è strano ma si capisce quando, parlando con la Ki, alta-bionda-bella, lei ti dice che si chiama Chiara. Deduco che Ma sia il cuoco. Allora?, direte voi.
Sapete che la Sbaffina e io amiamo fare libagioni con vino buono, ma questa serata rischiava di farmi rimanere a becco asciutto. La Ki, alla richiesta della carta dei vini, si presenta come tale e capirete, anche se son vecchiotto, una carta dei vini alta un metro e ottanta e bionda l'avrei letta pure volentieri. Ma la verità è ben diversa: i vini non ci sono. Cioè: "abbiamo il rosso della casa buonissimo" era tutta la carta. Alla mia richiesta di un bianco fresco la casa è sempre disponibile! Ma in bottiglia? Due bianchi: uno è lo stesso sfuso imbottigliato, e poi un anonimo Vermentino sardo. Ovviamente, di glacette neanche a parlarne (sarebbe quella cosa che tiene il vino fresco d' estate). Quindi il bianco va bevuto tutto d'un fiato sennò diventa bollente!
La Sbaffina prende l'antipasto della casa (nova!), mentre io rimango pensieroso davanti al menù. Non ho mai visto una lista meno appetibile di quella. Sono cattivo? No: obbiettivo. Non c'era fantasia né inventiva. Tant'è che prendo un millefoglie di filetto alla griglia con funghi porcini!
La qualità dell'antipasto era sulla media (bassa) della città. Alcune cose sono rimaste nel piatto (tecnicamente errori di cottura), altre assaggiate e basta. Il nome del secondo confonde perché in effetti si tratta di un filetto alla griglia tagliato a metà con due cucchiaiate di porcini descatolati e assemblati tiepidini.
Dunque, dico io, perché si deve aggiungere alla lunga lista di locali inutili di questa città anche questo? Davvero non lo so!
Per dovere di cronaca, con la carne prendemmo del rosso della casa. Una bottiglia che rimase, dopo l' assaggio, sul tavolo, soletta e pienotta... Insomma, un antipasto e un secondo in due con due vini normalissimi: 48 €. Mica male!
Sono giovani, hanno aperto adesso, sicuramente sapranno migliorarsi, ma la domanda sorge spontanea: "Ma chi ve lo ha fatto fare? Ma chiiiii...!"
Alle prossime,

Poldo